Non ho mai amato vivere in montagna.
Non l’ho mai amata perché per me aveva tanti sinonimi, ma sicuramente non quello di ‘panorami mozzafiato‘, o ‘pupazzi di neve‘ o ancora ‘settimana bianca‘.
Per me la montagna é sempre stata clima freddo, lavorare in una baita quando tutti i miei amici erano in vacanza e trovare con difficoltà gli elementi della vita quotidiana che non fossero di lusso.
Poi gli anni passano, vai all’università e dopo esserti laureata torni con fatica nel tuo paese, così estraneo dopo 5 anni, dove i giovani tendono a scappare e la vita è estremamente distinta in due fasi dell’anno: stagione e fuori stagione. Purtroppo però ti accorgi che ogni città, ogni vallata ha i suoi problemi, e cominci a guardarti intorno.
Apprezzi la fortuna che ci sia ancora una florida attività invernale che dà lavoro a tanti, ami il poter girare tranquillamente da sola, anche la sera tarda, respiri l’aria limpida e la gusti la cucina eccezionale che in ogni locale ha qualcosa di distinguibile e buono.
Nei weekend liberi carichi lo zaino e parti per sentieri scoscesi, per montagne uniche al mondo, per laghi dai colori magici e per distese dove ascolti le marmotte fischiare. E d’inverno ritrovi la voglia di indossare la maschera, gli scarponi stretti e di infilarti in quella coltre bianca, magari in una giornata dove il freddo pizzica, ma il sole risplende. Ed è li che ricordi.
Ricordi di quando i tuoi genitori avevano quel rifugio in fondo alle piste di San Vito di Cadore, dove li aiutavi fin da piccola e dove hai imparato tante cose della vita, brutte e belle. Dove il cappuccino doveva avere una schiuma perfetta e dove preparavi tonnellate di Vov caldi, di bombardini e di calimeri.
Sono gli stessi ricordi che affiorano davanti a questa bottiglia (che è arrivata a casa mia qualche giorno fa, grazie alla Vov): la macchina del caffè, le tazze bianche che la mamma voleva esclusivamente da cappuccino anche per servire un caffè, e quei bicchieroni ricchi di liquore giallo liscio, addizionato con rum o brandy, e anche con caffè e panna.
Un lungo prologo, che necessiterebbe ancora di tante parole, per una vallata che spesso non ci meritiamo e che andrebbe valorizzata di più, per portarmi alla ricetta di oggi: un dolce classico che racchiude all’interno una crema deliziosa, dolce e leggermente alcolica, che ho amato fin dal primo boccone.
Insieme al Paris Brest, vi propongo un’alternativa al classico Bombardino (Vov, rum o brandy e panna), ossia il Calimero che si sposa perfettamente con questo dolce: mi raccomando non mettetevi alla guida dopo averli gustati, non è il caso!
- CREMA MOUSSELINE
- -270 ml latte fresco;
- -3 tuorli;
- -75 g zucchero semolato;
- -40 g maizena;
- -50 ml Vov;
- -150 g burro a T. ambiente;
- PARIS BREST
- -50 ml latte fresco;
- -50 ml acqua;
- -5 g zucchero;
- -1 pizzico sale;
- -40 g burro a pezzetti;
- -60 g farina debole tipo 00;
- -2 uova medie;
- -15 g mandorle in scaglie.
- Preparazione
- Mettete in un pentolino il latte e fatelo scaldare fino a pre-ebollizione (circa 85 gradi).
- Nel frattempo in una ciotola sbattete leggermente i tuorli con lo zucchero e la maizena.
- Quanto il latte è pronto versatene circa un terzo sui tuorli, mescolate a fondo con una frusta, quindi versate il tutto sul resto del latte, mescolate bene e rimettete sul fuoco, basso.
- Quando la crema si sarà addensata (controllate la temperatura che sia attorno agli 80 gradi), toglietela dal fuoco e fate riposare per 10 minuti. Unite il vov e metà del burro mescolando energicamente, quindi portate il tutto a temperatura ambiente coprendo con una pellicola.
- Mescolate la crema con le fruste, quindi unitevi il resto del burro sempre a temperatura ambiente.
- Mettete il frigorifero fino al momento dell'utilizzo.
- Preparate la pasta choux per il paris brest.
- Accendete il forno a 190 gradi e mettete a bagno in una ciotolina con acqua le mandorle.
- Unite in una pentola il latte, l'acqua, lo zucchero, il sale ed il burro e portate ad ebollizione; nel frattempo setacciate la farina in una ciotola.
- Quando il composto bolle, toglietelo dal fuoco e versatevi velocemente la farina; mescolate energicamente fino ad ottenere una massa omogenea, quindi rimettete sul fuoco per un minuto circa, finché il composto si stacca dalle pareti e cambia consistenza.
- Mettete la massa in una ciotola, aspettate un paio di minuti, quindi unitevi le uova, una alla volta mescolando energicamente con una spatola. Otterrete un composto lucido e omogeneo: mettetelo in una tasca da pasticcere con bocchetta liscia.
- Disegnate su un foglio di carta da forno due cerchi ben distanziati con diametro circa 10 cm, capovolgete il foglio e poggiatelo sulla teglia (meglio se forata).
- Seguite i cerchi con la choux, formando due cordoni con spessore di circa 3 cm e rifinite la superficie con le mandorle scolate.
- Infornate nella parte centrale del forno per circa 15 minuti, quindi abbassate la temperatura a 180 gradi e continuate la cottura per 20 minuti. Spegnete il forno e lasciateli riposare con lo sportello leggermente aperto finché sono freddi.
- Prelevate la teglia e tagliate a metà i due brest tenendo da parte le sommità.
- Mettete la crema mousseline al Vov in una sac a poche con bocchetta a fiore con diametro di circa 15 mm e formate un cordone che segue la forma del brest, su entrambi.
- Fate poi degli occhielli perpendicolari al cordone, chiudete con la parte superiore della corona e servite, oppure tenete in frigorifero fino a 10 minuti prima di portare il tavola.
26 Comments
Nicol
13 Maggio 2015 at 10:10Eh vabbè ascolta, mi hai letteralmente conquistata.
A parte che adoro il VOV, adoro il bombardino (dopo aver finito di sciare, se no le piste diventano doppie/triple) e adoro il paris brest.
Già dalla prima foto mi è venuta l’acquolina in bocca!
E poi è bello leggere dell’amore/odio per la montagna, un po’ quello che ho io, anche se sono assolutamente felice di vivere in città e non mi trasferirei in montagna per nulla al mondo, freddolosa come sono, a parte i weekend per sciare…
(Eppure ho passato estati in montagna!)
Monica Giustina
13 Maggio 2015 at 16:23Diciamo che ora la vivo bene, basta capire cosa ti può dare la montagna e cosa no. Una convivenza pacifica insomma 😉
Grazie mille…te ne spedirei una fettona, ma è finito, quindi ti aspetto sulle piste quest’inverno!!
Giulia
13 Maggio 2015 at 10:20ma ma io non ho parole! bellissima ricetta, foto stupende e che racconto. Non sono appassionata di montagna invernale ma di quella estiva…
Adoro il Vov e questo dolce è perfetto e vorrei assaggiare quel calimero! wow!
sei favolosa mia cara!
Monica Giustina
13 Maggio 2015 at 16:25Ma grazieee! Eh il calimero è una chicca imperdibile, e secondo me abbinati stanno proprio bene :*
Valeria
13 Maggio 2015 at 10:33Ma che meraviglia! Questi paris brest sono bellissimi e la crema mousseline – che non ho mai avuto occasione di provare – mi ispira un sacco, con il Vov poi deve essere deliziosa. Il calimero mi fa una gola con tutta quella panna… uffa sono troppo golosa… le foto bellissime come sempre! brava Moni!!
Monica Giustina
13 Maggio 2015 at 16:30Eheh eccomi, golosa presente!! Grazie mille, ci sono alcune cose che non mi piacciono nelle foto, ma le vedo sempre quando scarico sul computer e ormai il piatto è già finito 😀
tiziana
13 Maggio 2015 at 13:24Ma wow.. Ma questa crema e’ un delirio!?!? E io straadoro lo zabaione.. Pensa che il vov lo bevevo da piccola ?!! E questo bicchiere?! No va beh..a quest’ora non posso vedere queste cose!!! Troppo brava!!! Io ho imparato ad amare la campagna da adulta perché da ragazzina mi sentivo isolata!. Un bacione
Monica Giustina
13 Maggio 2015 at 16:32Ma WOW è il commento perfetto 😉 😉 Guarda, ti dico solo che ho rischiato di non completare il secondo brest da quanta ne ho assaggiata… ‘no aspetta che controllo’ ‘ma forse ci va più Vov’ ‘non sono sicura sia buona…’ 😀 😀
Certo, hai ragione, la mente di un adulto vede a tutto tondo e sa anche cogliere sfumature che da giovincelli non si vedono. Bacioni
federica
13 Maggio 2015 at 15:00Qui scatta l’applauso senza dubbio, ricetta e foto da copertina!!!! ^_^
Monica Giustina
13 Maggio 2015 at 16:37Troppo buona Fede, grazie mille :*
vaty
13 Maggio 2015 at 15:22no vabbhè.. sono senza parole sono cosi *-*
ps anche lo smalto in tinta! sei una grande!!
Monica Giustina
13 Maggio 2015 at 16:38Eheheh <3
Siii pure lo smalto, hai visto?? ^_^
Marghe
13 Maggio 2015 at 16:11Sono innamorata di tutto: la ricetta, le foto, il set, il tuo amore-odio per la montagna, te <3
Monica Giustina
13 Maggio 2015 at 16:37Evviva qualcuno mi amaaaaaaa ^_^
Chiara
13 Maggio 2015 at 19:19Questo post è bellissimo, dall’inizio alla fine! I ricordi della montagna, posti che ho sempre amato, ma a cui purtroppo ho potuto dedicarmi poco. Il vov reinterpretato così mi fa tornare con la mente ai miei 17/18 anni, sulle piste da sci, il primo amore che mi insegnava a sciare e io troppo spaventata che preferivo stare nel rifugio a sorseggiare caldi bombardini.
P.S: smalto strepitoso!!! <3
Monica Giustina
14 Maggio 2015 at 8:38Sono felice ti sia piaciuto. Faccio fatica a parlare di me e di quel che vivo, ma almeno ogni tanto qualcosa arriva! Grazie mille :* :*
Eleonora
13 Maggio 2015 at 20:30io sono donna di “campagna”( trevigiana), e pure a me la montagna mi faceva un po’ di tristezza…ora invece, anche se prediligo comunque l’acqua, ho imparato ad amare sentieri, prati assolati, boschi, camminate faticose per superare salite,…(le piste da sci ancora le temo invece!!!).
e non sapevo che tu fossi qui vicina…mi piace scoprire che altre blogger abitano nei dintorni!!! tutto mi diventa più reale.
basta chiacchiere, vengo al sodo: splendido Paris Brest!!! non ho mai avuto il coraggio di tentarlo, ma ci proverò. E la crema al VOV dev’essere davvero una bomba. Di bontà, Di energia!
bravissima!!!! ciao
Monica Giustina
14 Maggio 2015 at 8:39E’ vero, è bello scoprirsi più vicine di quel che si pensa!! Ma nooo devi provarlo, è semplice, e poi con quella crema…pazzesco!
Tamara
13 Maggio 2015 at 22:22Ma tesorina!!!! Qui ti sei superata!!!! Ti vov tantissimo, sappilo. Tu, lo smalto, la mousseline, la montagna, il set che hai creato e l’atmosfera in cui mi hai portata con le tue parole.
Un bacio grande!
Monica Giustina
14 Maggio 2015 at 8:40Grazie Tamara, sono felice ti sia piaciuto il tutto, non hai idea di quanto mi faccia piacere sentirmelo dire!!
Emanuela
14 Maggio 2015 at 9:06Io ho sempre amato la montagna ma l’ho vissuta da turista, amavo sci di fondo e poi girare per i passi con il camper quando ero bambina e poi le marmotte! E e poi mi ha sempre fatto ridere la cacca (scusa) delle mucche essicata per il freddo su nelle vallate ai piedi dei monti 😀 😀 però l’aria frizzantina il profumo dei pini mi manca tanto. I tuoi piatti strepitosi!!!!! e pure lo smalto!!! bello!! che marca è^ *__________*
Monica Giustina
14 Maggio 2015 at 14:11Hahaha la caccona, è vero, ce n’è sempre e in abbondanza 😀
Non è propriamente smalto: quello giallo è gel e quello verde menta è uno shellac 😉
Raffaella
14 Maggio 2015 at 11:55favoloso Paris Brest.. ma quel Calimero me lo sparerei tutte le sere! Wow!
Monica Giustina
14 Maggio 2015 at 14:11Hihi! Beh, mi pare giusto, un’ottima ‘camomilla’ per dormire sereni 😉
Michela - Menta e Rosmarino
14 Maggio 2015 at 18:10Qualche giorno fa stavo per comprarlo, il Vov. Poi mi sono ricordata che sono incinta e non posso consumarlo -_- ogni tanto me ne dimentico.
Il tuo paris brest è stupendo, ma ancora di più il tuo racconto che ho letto con tanto affetto.
Grazie Monica!! 🙂
Monica Giustina
15 Maggio 2015 at 9:32Grazie mille cara. Eh si, uno degli inconvenienti della gravidanza, ma dai, ti rifarai presto 😉 😉