Gli errori dei padri, si sa, ricadono sui figli.
Un esempio di questo è il Cadore, la mia terra, e la piega che sta prendendo in questi anni. Siamo passati da fiorenti paeselli di montagna bagnati da una diffusa ricchezza dovuta al turismo ed alle occhialerie, ad un arido deserto di prospettive per il futuro. C’è poco lagnarsi e, giusto per restare in tema di detti e proverbi, “la giustizia non è di questo mondo”. Che ci vada bene o meno, la realtà è che noi, giovani e un po’ meno giovani, ci troviamo ad ereditare un territorio fatto di rocce, sassi e qualche conifera e, non me ne abbiano gli ambientalisti o i forestali, queste sono cose il cui valore è risibile.
La legna dei nostri boschi non è sufficientemente pregiata per farci mobili, le montagne non sono un luogo dove coltivare agevolmente, la posizione geografica, un poco isolata, rende sconveniente pensare di impiantare qualche grossa industria. Così, volenti o nolenti, ci ritroviamo a contare i sassi e a sperare che, per quattro o cinque cime dal bel profilo, la gente sia disposta a spendere i propri risparmi pur di passare del tempo da noi.
Insomma, ci ritroviamo con una sola idea nella testa di tutti: tornare, dopo anni di bambagia tra le speculazioni e il facile turismo, agli impianti ragionati e mirati, perchè le altre idee latitano e, anche sforzandosi di guardarsi attorno, vediamo pochi spunti da cui partire. Purtroppo, al prescindere dalle condizioni economiche di contorno, non certo invitanti, pensare di vivere di turismo significa investire in maniera importante in questo verso perchè l’indotto creato da questo, in confronto con quello prodotto da una zona industriale, è modesto. Poche storie: una fabbrica, in media, offre più posti di lavoro di un albergo e, sopratutto, si spera che lo possa fare per 365 giorni all’anno.
Per potersi permettere un tenore di vita paragonabile a quello degli anni scorsi (cosa improbabile di per se visto che sul mercato sono entrati concorrenti decisamente agguerriti in ogni settore) buttandosi solo sul turismo si deve pensare a portare in Cadore un alto numero di persone. Molto alto. Oppure a spopolare il territorio, lasciando che i pochi rimasti si godano il piccolo giro di denaro che deriva dal turismo così com’è ora.
Non è pensabile di vivere con le briciole di chi va a farsi una scampagnata in montagna. Non esiste. Si deve offrire un servizio e, per farselo pagare bene, deve valerne la pena. Se vogliamo vivere di turismo dobbiamo fare le cose in grande, molto in grande, ma sopratutto ci si deve rimboccare le maniche e mettersi nell’ordine di idee che ci sarà da faticare tanto e tutti. I soldi facili sono finiti.
Investimenti, indispensabili dicevamo? Purtroppo gli investimenti hanno un problema: non danno garanzie. Potremmo mettere sul tavolo tanti, tanti soldi, ricostruire il Cadore e trovarci con un pugno di mosche in mano. Si tratta di un grande rischio, ma è un rischio da correre.
Ora come ora è difficile fare previsioni. Ho il timore che di soldi da spendere in vacanze ce ne saranno sempre meno, per tutti. Per questo ho la preoccupazione di vedere, un domani, la mia terra che frana per l’assenza di turismo. Tuttavia non ho dubbi sul fatto che ci sia una condizione ben peggiore, quella in cui non facciamo niente: ecco, in questo caso saremmo certi al 100% che il Cadore avrà un futuro di povertà.
Ben venga quindi il collegamento tra San Vito e il Civetta (per il progetto in specifico recatevi sul sito, leggete i giornali, informatevi. Sarebbe riduttivo che io mi mettessi a fare un riassunto di un’opera così importante). Sono tanti soldi, con poche garanzie, ma non vedo altre idee interessanti in giro.
Perchè la colpa sarà anche dei nostri genitori che non hanno saputo capitalizzare quello che avevano costruito, perchè ci avranno anche cresciuti nell’illusione che il domani sarebbe stato solo migliore, ma lamentarsi non serve a nulla: dobbiamo fare!
PS: sempre più noto quanto la democrazia sia una BRUTTA COSA! Prima di parlare a vanvera, fare articoli o petizioni, commentare a cacchio nei forum, pensateci bene, perchè, anche se purtroppo vi è stata data la libertà d’opinione, le cocciutaggini senza un’alternativa o il criticare a ruota non portano a niente!
C’è pure chi nell’opposizione ne approfitta per farsi campagna elettorale per le prossime elezioni, semplicemente dicendo NO: cose dell’altro mondo, dove andremo a finire di questo passo?
QUI il link per partecipare alla petizione PRO-IMPIANTI!
QUI il link per partecipare alla petizione PRO-IMPIANTI!
2 Comments
Alessandro
1 Marzo 2011 at 13:06Prometto solennemente che verrò sempre in Cadore a vacanzare! Anche perché non ho voglia di andare più lontano.
YayettA
2 Marzo 2011 at 9:08Ooooooooooh bravo Ale così mi piace!!!!